Primarie PD: l’invenzione del “nemico”

Tutti a meravigliarsi di un PD, dato per agonizzante, che – dopo aver riempito, ieri, la piazza a Milano – riesce a convincere quasi un milione di persone a votare alle sue Primarie (con candidati che promettono, sostanzialmente, le stesse cose). Ci sarebbe da meravigliarsi, invece, se questo PD riuscisse a invertire la china che l’ha portato a precipitare al 12% alle ultime elezioni regionali.

Il discorso sarebbe lungo, sintetizziamolo in poche righe.

Non potendo prospettare nulla di credibile al suo elettorato, portando avanti, da almeno venti anni, le identiche politiche della “destra”, l’unica strategia del PD per sopravvivere è stata quella di trovarsi un “nemico” contro il quale cementare le sue truppe. È stato questo il caso di Berlusconi, è oggi il turno di Salvini fatto crescere a dismisura invitandolo per anni e anni a pontificare in tutti i talk show, soprattutto quelli RAI-PD.

È stato già fatto in Francia con Marine Le Pen, utilizzata per fare eleggere l’altrimenti impresentabile Macron. Viene fatto oggi con Salvini contro il quale il PD spinge i suoi attivisti ad ergersi come “barriera alla barbarie” (principale motivazione che ha spinto tante persone a riempire la piazza a Milano e a votare alle Primarie). Una Politica ridotta a mero marketing. La tragedia è che oltre agli attivisti del PD, in questo gioco ci cascano pure i babbei della “sinistra antagonista”. Ma su questo ultimo punto abbiamo scritto fin troppo. Chiudiamola qui.

Francesco Santoianni

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